Cave lo sguardo di Gregorovius

Lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius ci regala una descrizione paesaggistica del paese e anche alcune suggestioni di tipo sociologico e semiologico di Cave e dei suoi abitanti:

in mezzo ai monti popolati di lussureggianti castagni, dove scorre anche un torrente chiuso tra due rocce selvagge [superato questo] ci si trova allora dinanzi il cupo e bizzarro villaggio di Cave, costruito su una collina attorniata da vigneti e da giardini, da dove la vista può stendersi sino ai monti Volsci e per la pianura del Sacco. Il popolo di Cave è di sangue caldo, pronto all’ira ed incline a maneggiare il coltello, e parla un dialetto che si avvicina molto al linguaggio delle cronache del medio evo, al romanesco, e che ricorda anche il calabrese per la facilità nel sostituire alle vocali i dittonghi. Invece di si, per esempio, esso dice sei ed anche seMe, signoure per signore, muratoure per muratore, Rouma per Roma

Storia di Cave

Cave è una cittadina di circa 11 mila abitanti che dista poco più di 40 Km da Roma, ricca di storia e bellezze artistiche e architettoniche che la rendono per certi versi diversa dagli altri paesi del territorio prenestino. I grandi boschi di castagneti, la montagna e le colline che lo circondano, la vecchia tratta ferroviaria Roma-Fiuggi che passa al centro del paese, insieme alle Ville in stile Liberty e i suoi numerosi ponti lo rendono un centro urbano elegante  e piacevole per una passeggiata rilassante. L’evento più importante è la Sagra della Castagna e dei prodotti tipici di Cave che permette di assaggiare le meravigliose castagne, le ciambellette al vino, gli “gnocchetti a sassetto” e tanti altri prodotti.

Dal periodo pre-romano all’antica Roma

Il nome di Cave deriva dalle cave di tufo e di breccia che furono avviate già da Praeneste che su questo borgo esercitava il suo potere. Tanto che alcuni ritrovamenti di sarcofagi prenestini in peperino cavese del VI e V secolo a. C. tendono ad avvalorare la tesi di Tito Livio che Cave fosse uno degli otto oppida posseduti dai prenestini. In mezzo a quella che oggi è Contrada Campo/Cannetacce ci fu la famosa vittoria dei Romani contro i Volsci e gli Ernici in quella Latium Vetus che cominciava a risentire della forza di Roma. E’ in quella zona e anche in quella detta Cruci che ravvisiamo i primi nuclei abitativi di un certo rilievo, nella prima probabilmente si trovava un Castello lungo la direttrice della strada trebana proseguimento della via prenestina che conduceva a Trevi nel Lazio e da qui deriverebbe il primo nome di Cave, Castrum Trebarum. Mentre a Cruci avevamo un incrocio della suddetta e soprattutto risalendo fin su a Colle Palme più vicino alla città di Praeneste molti furono i resti archeologici rinvenuti dell’età romana, ville, cisterne, statue e colonne alcune delle quali oggi ancora visibili nelle Chiese di San Carlo e San Lorenzo.

Nel periodo Medievale

Nel secolo X a circa un miglio dall’antico centro di Cave ‘’Castrum Trebarum’’ verso Praeneste dove erano presenti le cave di pozzolana e tufo, stava nascendo un nuovo centro abitato detto “Cavarum Terra” dal quale deriva l’attuale etimologia della città di Cave. Nello stesso periodo abbiamo una Bolla del Vescovo di Palestrina Stefano II che riconosceva la Chiesa di San Lorenzo Martire. Dopo la lunga dominazione papale il Centro passò alla nobiltà e nel 1296 venne emanato il primo Statuto sottoscritto dagli abitanti del borgo e da Riccardo de Militiis della famiglia Annibaldi, circa 10 anni dopo arrivò il secondo Statuto concesso dal nobile Riccardo di Tebaldo Annibaldi. Con Oddone Colonna da Genazzano ovvero papa Martino V, Cave conobbe un periodo felice sia dal punto di vista della riurbanizzazione del Centro Storico che per l’esonero da numerose imposte.

La famiglia Colonna diede a Cave anche un altro Statuto nel 1554 e su questa terra spesso si scontrarono con i propri nemici: La Chiesa, i Savelli, i Della Valle e infine i Borgia che con papa Alessandro VI conquistarono Cave e tolsero molti dei possedimenti ai Colonna.

Il periodo Rinascimentale

Il Rinascimento a Cave fu caratterizzato da un importante evento passato alla storia come il Trattato di Pace di Cave che pose fine alla guerra di campagna che aveva visto lo scontro tra papato e re di Spagna sul territorio della campagna romana. Il 13 settembre del 1557 a Palazzo Leoncelli venne sottoscritto l’accordo di pace dai cardinali inviati da Papa Paolo IV e da Fernando Alvarez de Toledo rappresentante di Re Filippo di Spagna, ponendo fine alla guerra. La popolazione si dedicava per lo più ai lavori dei campi e ai lavori dei boschi, boscaiolo, carbonaio, falegname e commercio del legname, mentre le maggior parte delle donne svolgevano il lavoro di Balia che spesso serviva a mantenere l’intera famiglia. Tra queste la più nota è stataTeodora Petrella che fece da balia al valoroso guerriero Fabrizio Colonna, le cui gesta sono state raccontante nel libro “Dell’Arte della Guerra” da Machiavelli, per tale ragione, i suoi discendenti furono esonerati dal pagare ogni dazio e gabella e legarono per sempre il nome di Cave alla famiglia Colonna.

Nel 1621 venne costruito il nuovo ponte (ancora oggi visibile) che consentì una più facile viabilità fra Cave e Palestrina, seppur interessato da diverse innovazioni e ristrutturazioni urbane che avevano coinvolto anche le Chiese di San Lorenzo, San Carlo, Santa Maria in Plateis, Santa Anatolia la popolazione versava in pessime condizioni socio-economiche e abitative e anche di disordine amministrativo del comune, tanto che il clero mostrava sempre più ripugnanza verso la signoria dei Colonna, situazione ulteriormente aggravata dall’arrivo dalla Peste. A Far risollevare moralmente la popolazione fu un ritrovamento avvenuto il 27 aprile 1655 in località Campo di un affresco dedicata alla Vergine Maria che ancora oggi nello stesso giorno viene celebrato. In questa località, che fu il teatro della battaglia fra Volsci e gli Ernici contro i Romani e secondo alcuni storici sede dell’antica chiesa dedicata a Santa Sabina o San Sabino, oppure secondo altri la basilica di San Pietro dedicata a Papa Simmaco nel VI sec d.C, venne consacrata dopo varie vicissitudini economiche nel 1707 la Chiesa della Madonna del Campo-patrona della città di Cave.

Dal periodo risorgimentale allo stile liberty

Dopo la rivoluzione francese, la successiva sconfitta di Napoleone e la Restaurazione cominciarono i moti carbonari che in Italia partirono proprio nello Stato Pontificio e anche Cave fece parte della Repubblica Romana alla quale posero fine le milizie spagnole che occuparono il paese nel 1849 riconsegnando al Papa la sovranità sul territorio. Nel 1827 viene costruito un altro ponte a sette arcate che congiungeva Cave con la nuova strada provinciale, trasformata da mulattiera in carrozzabile. Nel 1854 i Colonna escono fuori dalla storia di Cave vendendo il loro palazzo alla famiglia Gramiccia che insieme alle famiglie: Mattei, Leoncelli; Giorgioli, Venzi e Clementi diedero un forte sviluppo al paese anche grazie alla costruzione della nuova tratta ferroviaria delle “Vicinali” (Roma-Fiuggi) che attraversava l’attuale viale Pio XII e che passava anche sul nuovo ponte ad 8 arcate costruito nel 1903. Attorno alla ferrovia che venne inaugurata nel 1916 si sviluppò il nuovo centro vitale del paese con le tantissime costruzioni di Ville e abitazioni di villeggiatura in stile liberty costruite proprio dalle suddette famiglie. La popolazione passò da 1800 abitanti circa dei primi dell’ottocento ai 4182 nel 1911 per arrivare agli oltre 5000 durante il periodo fascista.

Dalla Grande Guerra ai giorni nostri

La stazione ferroviaria posta al centro del nuovo abitato, il bellissimo stile liberty delle ville, i castagneti, l’allevamento dei bachi da seta e l’istituzione del mercato dedicato rilanciarono l’economia di Cave. La comunità perse molti dei suoi giovani nella Prima guerra mondiale e altre numerose vittime ci furono a causa dell’epidemia di Spagnola. Negli anni ’30 oltre alla crescita demografica ci fu un ulteriore crescita economica della comunità soprattutto con la coltivazione del Tabacco e della sua lavorazione curata per lo più dalle donne.

Tra i più grandi coltivatori del Lazio c’era Aldo Finzi sposato con Mimì Clementi proprietaria della Villa omonima, oggi Parco Naturale Comunale che ospita anche l’antica Fonte di Santo Stefano le cui proprietà sembrerebbero essere state assaporate anche da Michelangelo. La villa fu uno dei luoghi di tendenza degli anni ’20 e ’30 fra i suoi ospiti anche Gabriele D’Annunzio grande amico di Finzi, con il quale il 9 agosto del 1918 compì il “folle volo” su Vienna insieme ad altri 6 trasvolatori. Al matrimonio di questo grande personaggio parteciparono tutti i più alti gerarchi compreso Mussolini con il quale aveva condiviso fin dalla prima ora l’idea del movimento fascista e fu probabilmente il momento più alto della carriera nel regime di Finzi che sino al delitto Matteotti copriva l’incarico di sottosegretario all’interno del Governo Mussolini.

Dopo aver fatto da pontiere fra la Chiesa e il Regime, grazie ai legami con lo zio della moglie il cardinale Vannutelli, ricoprì l’incarico di Presidente del Coni e successivamente si dedicò alla coltivazione del Tabacco a Cave e Palestrina e dopo aver subito il Confino per alcune dichiarazioni contro il Regime e l’avvicinamento alla Resistenza, fu ucciso nell’eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. La seconda guerra mondiale e i bombardamenti causarono gravissimi danni sia in termini di vite umane che infrastrutturali. La ricostruzione, il boom economico e il lavoro nei servizi nella capitale hanno scaturito un certo benessere che però ha allo stesso tempo portato all’abbandono dei vecchi mestieri e coltivazioni degli anni ’30. Nell’ultimo periodo i cittadini insieme alle amministrazioni stanno tentando di recuperare il territorio con le sue specificità e i suoi mestieri tradizionali.

Lorenzo – Cave
Il Capopopolo del nostro cartoon “Il Viaggio di Gregorovius”

Bello e anche un po’ maledetto

Guascone e dall’abbigliamento che oggi definiremmo coatto

Rivoltoso e facile all’uso del coltello, ma con un livello culturale alto dovuto agli studi seminarili

Dal tipico accento cavisello che usa per farsi riconoscere come leader, ma capace di relazionarsi alla pari con uno studioso come Gregorovius

Difensore degli ultimi e guidato da uno spirito idealista si muove contro i soprusi rappresentando una sorta di Robin Hood dei Monti Prenestini

Le fonti che descrivono questo luogo inserite nella Biblioteca Digitale

  • Antonio Nibby “Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de’ dintorni di Roma”
  • Tomassetti, La Campagna Romana. Antica, Medioevale e Moderna, Vo. III vie Cassia e Clodia, Flaminia e Tiberina Labicana e Prenestina, Arnaldo Forni Editore ristampa dell’edizione di Roma 1910-1926
  • Pietrantonio Petrini, Memorie prenestine disposte in forma di annali
  • Girolamo Senni, Memorie di Genazzano e de’ vicini paesi, Comune di Genazzano

Luoghi di Interesse

  • Santuario di San Lorenzo Martire (X secolo) edificata sui resti di una catacomba romana e adiacente un Convento Benedettino, per volere dell’Abate Stefano di Subiaco fu inizialmente dedicata alla Vergine Maria e ai Santi Martiri Lorenzo e Stefano e poi riconosciuta da Stefano II, Vescovo di Palestrina, con una bolla del 24 aprile 988 D.C. si trova nell’attuale via Giulio Venzi. Una delle Chiese più belle con all’interno anche colonne romane e con il suo stile romano e gotico, probabilmente meglio di tutte rappresenta l’originalità della popolazione di Cave, tanto che al suo interno ci sono 2 meravigliosi e in parte inusuali affreschi. Il primo dedicato all’ultima Cena con una tavola rotonda che richiama epiche cavalleresche, ma ancora più rara è la Pietà che vede Dio al posto della Vergine Maria, intento a sorreggere suo figlio, trasmettendoci un dolore quasi “umano” della Divinità per suo figlio. Patrono di Cave insieme alla Madonna del Campo.
  • Chiesa e convento agostiniano di Santo Stefano (XVIII secolo, sorta su una chiesa del XV secolo, ancora accessibile). Cave nel corso delle sua storia ha avuto tre chiese dedicate a Santo Stefano Protomartire: La prima che esisteva nell’Alto Medio Evo e non esiste più era edificata nella zona «Campo» dove si ergeva il castello Castrum Trebarum ed oggi ospita la chiesa della Madonna Del Campo La seconda per volere di Papa Martino V e l’impegno della Nobildonna Mascia Annibaldi (cognata del Papa) fu costruita all’interno del Nuovo Borgo castello (attuale centro storico) attorno al 1430 e donata agli Agostiniani e su di essa infine sorse la Terza più recente costruita nel XVIII secolo con annesso Convento (oggi sede del Municipio della Città) progettato dall’Architetto Fagiolo allievo del Vanvitelli e ancora oggi aperta al pubblico
  • Chiesa e convento francescano di San Carlo Borromeo (XVII secolo). La storia della bellissima Chiesa di San Carlo è legata in maniera indissolubile ai frati Francescani e alla famiglia Biscia. Inaugurata nel 1640 la Chiesa fu dedicata a San Carlo Borromeo, Vescovo di Milano perché i Biscia avevano origini lombarde
  • Insigne Collegiata di Santa Maria Assunta (XVII-XVIII Sec.). L’attuale chiesa di Santa Maria Assunta si affaccia su Piazza del Plebiscito, di fronte all’arco Mastricola che introduce al borgo del paese di Cave. Quella che vediamo oggi, risale al XVIII sec, ma era presente già dal medioevo un’antica chiesa nel borgo, a tre navate e con campanile. Meraviglioso il portone in bronzo realizzato nel 1970 dallo scultore Lorenzo Ferri.
  • Basilica Petriana e Santuario della Madonna del Campo (VI-XVIII secolo) sorge in località Campo dove un tempo sorgeva anche l’antico abitato di Cave. In quel luogo ci fu lo scontro fra Ernici Volsci e Romani in quel Latium vetus che vedeva sempre più l’imporsi dei romani. Probabilmente qui successivamente sorsero le Chiese di Santa Sabina o San Sabino, oppure, secondo anche quanto riportato nel Liber Pontificalis, la basilica di San Pietro, dedicata a Papa Simmaconel VI secolo. Dopo l’abbandono e i saccheggi dei barbari che portarono a spostare anche il centro abitato nell’attuale centro storico, il 27 aprile 1655, durante i lavori di rifacimento della strada, voluti dal Cardinale Girolamo Colonna, mentre si stavano abbattendo dei muri, avvenne il ritrovamento dell’affresco dai toni bizantini, raffigurante la Madonna in trono con Bambino e i Santi Pietro e Paolo ai suoi lati, che oggi si venera. Insieme a San Lorenzo è Patrona della città che in suo onore festeggia ogni 27 aprile.
  • Chiesa di San Pietro (XIII secolo) si trova nell’attuale centro storico, pochi i documenti che attestano l’evoluzione architettonica della Chiesa. Per alcuni potrebbe essere la Chiesa dedicata a Papa Simmaco nel VI sec d.C che però è più probabile si trovasse dove oggi c’è il Santuario della Madonna del Campo
  • Chiesa di Sant’Anatolia (XIV secolo). Nella parte più antica del centro storico di Cave c’è questa meravigliosa chiesetta risalente al XIV che per diversi secoli è citata nei documenti come Santa Maria di Rapello (località dove è ospitata) e solo dall’ ‘800 dedicata a Sant’Anatolia. Il padre Ciavardini, francescano conventuale di Carlo Borromeo, morto a Cave nel 1899, in un suo manoscritto dice testualmente così: “S. Maria di Rapello – Questa chiesolina è antichissima, vi è una miracolosa immagine delle Beata Vergine; il 10 luglio giorno (della festa) di S. Anatolia vi è festività; anticamente vi era la processione con concorso dei popoli vicini”
  • Chiesa di Santa Maria in Plateis “della Cona” (XIV-XV secolo) Il nome Plateis deriva Probabilmente dal Fatto che la chiesa sorgeva su Un antico plateam militum ovvero un Antico campo di Addestramento militare romano. Ma a Cave è conosciuta come Santa Maria della Cona perchè ospita l’ icona della Madonna che allatta il Bambino Gesù, attorno alla quale era stata eretta una umile e bellissima edicola che attrasse molti pellegrini, tanto che questo spinse l’amministrazione cittadina nel XVII secolo alla costruzione di quella che probabilmente è una delle Chiese più amate dalla popolazione.
  • Palazzo Colonna e torre (mastio dell’antico castello cavense) anch’esso ancora visibile nella parte del centro storico
  • Palazzo Leoncelli si trova fra l’angolo formato dalla via della Pace e Piazza Santo Stefano (ora Garibaldi), grande palazzo con fattezze del primo rinascimento, ma molte sono state le sue trasformazioni fin dal periodo medioevale probabilmente risalente al periodo dei Colonna. Il piano superiore è occupato ora dalle Maestre Pie Filippine in seguito ad elargizione del Principe Barberini, che ne divenne proprietario, con l’obbligo di mantenere un Asilo Infantile d’ambo i sessi; il secondo piano di proprietà Mattei, si ricorda la Pace ivi sottoscritta nel 1557 che pose fine alla guerra di Campagna.
  • Palazzo Mattei attuale sede del Museo Civico “Lorenzo Ferri”, un tempo ospedale cittadino
  • Villini in stile liberty numerosi soprattutto nella via principale in via Pio XII, queste ville appartenute alle famiglie più facoltose della cittadina nel ‘900 erano utilizzate come case di villeggiatura anche da famiglie romane che cercavo nel bel paesaggio di Cave un luogo di pace e frescura soprattutto nei periodi estivi. La Città era una punto di attrazione anche per l’acqua della Fonte di Santo Stefano. Attualmente i villini appartengono a privati e quindi sono visitabili al suo interno solo ed esclusivamente in occasione di giornate dedicate al Liberty a cura dell’Assessorato Cultura del Comune.
  • Fonte di Santo Stefano da questa antica fonte sgorga un’acqua pregiatissima utilissima soprattutto nel contrastare la calcolosi sia renale che vescicale. Le sue proprietà analizzate per più di 40 anni dal medico condotto della città dott. Luigi Ariola, il quale raccolse in un opuscolo tutte le specificità di questa acqua oligominerale che sembrerebbe essere stata anche tanto amata da Michelangelo Buonarroti e diversi Papi. Nel periodo più alto della villeggiatura legata alle acque e cioè nel ‘900 Cave con i suoi villini liberty, la fonte di Santo Stefano e la ferrovia centrale doveva essere proprio una delle mete più ambiti per l’alta borghesia romana.
  • Biblioteca Comunale collocata in un edificio adiacente la vecchia stazione ferroviaria delle Vicinali in stile novecentesco con ancora i tralicci in bella vista e un arredo urbano armonico fa del salotto di Cave e la sua Biblioteca un punto nevralgico della cittadina, tanto che molti sono i suoi utenti. La passione degli abitanti per la lettura ha fatto si che Cave ha avuto il riconoscimento di Città che legge
  • Teatro Comunale di Cave Inaugurato il 18 novembre 2012 è collocato all’interno del Parco Comunale Villa Clementi. Obiettivo dell’amministrazione cittadina è stato proprio quello di rilanciare la cultura integrandola con la natura, tanto che questa meravigliosa struttura è costruita in legno con lo scopo di abbattere il suo impatto ambientale. I materiali, le tecnologie, gli impianti, la copertura, i materiali di finitura nonché le cromaticità sono stati eseguiti rispettando le vigenti leggi in materia, scelti per essere in armonia con la natura circostante e per mantenere forte il legame tra ambiente costruito ed ambiente naturale.
  • Museo Civico Città di Cave“, composto da tre sezioni museali: Museo Lorenzo Ferri e Presepe Monumentale: compreso nel Sistema Museale Territoriale dei Monti Prenestini e Valle del Giovenzano (Pre.Gio.), è dedicato allo scultore, restauratore e sindonologo Lorenzo Ferri (1902-1975). Lo scultore fu chiamato a Cave per la realizzazione di diverse opere in bronzo da Monsignor Lorenzo Castellani, profondo amante dell’arte. Grazie a lui, sono state rinvenute molte opere di Lorenzo Ferri, poi collocate nel Museo di Cave.
  • I ponti di Cave. La città è attraversata da 4 ponti realizzati in epoca diversa ed oggi caratterizzano l’aspetto di questo borgo. Il primo costruito è quello sul Rio che fu costruito nel 1621, è un modesto ponte ad un’arcata, a sesto leggermente acuto,che congiungeva, scavalcando il corso d’acqua, la strada proveniente da Palestrina con via delle Tende, unica via d’accesso al borgo di Cave. Nel 1827 venne costruito il secondo ponte a sette arcate che congiungeva Cave con la nuova strada provinciale, trasformata da mulattiera in carrozzabile. Mentre nel 1903 arriva l’inaugurazione del cosiddetto ponte nuovo ad otto arcate sulla strada statale 155 Roma – Fiuggi che servì anche per il passaggio della ferrovie vicinali inaugurate nel 1916. La costruzione di questo ponte provocò anche la morte di alcuni operai frutto del crollo di un’ arcata nella fase realizzativa a causa di un nubifragio. Il 28 novembre del 2010 venne inaugurato il terzo ponte, che ha funzioni pedonali e serve da collegamento fra il nuovo parcheggio del Centro Storico, denominato Piazzale Unità D’Italia in occasione del 150° anniversario dall’unificazione nazionale, progetto che rientra nella riqualificazione del borgo antico della Città. Ultimo ponte ad essere realizzato è il ponte pedonale dei piccoli inaugurato il 20 novembre 2018 che scavalca la strada statale 155 verso Genazzano e serve da attraversamento dalla città al Parco Comunale di Villa Clementi.
  • Villa Clementi residenza dell’ing. Antonino Clementi colui che progettò la rete ferroviaria delle Vicinali Roma – Frosinone, questa imponente residenza attorniata da boschi, coltivazioni e piante secolari era la residenza di questa prestigiosa famiglia originaria di Genazzano e imparentata con i Vannutelli e proprio nel ‘900 con Mimì Clementi e Aldo Finzi divenne uno dei centri propulsivi della zona prenestina sia in termini di coltivazioni agricole innovative che centro di tendenza culturale. Attualmente rilevata da privati è interessata da lavori di ristrutturazione.
  • Stazione di Cave Il 12 giugno del 1916 fu inaugurato il primo tronco Roma-Genazzano; il 6 maggio 1917 il secondo tratto fino a Fiuggi e il 14 luglio dello stesso anno l’ultimo tratto fino a Frosinone. Nel 1921 grazie alla Signora Adriana Boari-Clementi che cedette l’area, venne costruita la pensilina per consentire la fermata dei treni nella frazione di San Bartolomeo. Questo progetto a firma del concittadino ingegnere Antonino Clementi portò un gran benessere alla cittadina vista la sua posizione centrale, anche se questa sua strutturazione portò all’inizio a molti incidenti ferroviari che causarono anche la morte di alcune persone di Cave. La stazione con l’avvento massiccio di autovetture e servizio pubblico su gomma venne chiusa nel 1983.