Zagarolo lo sguardo di Gregorovius

Lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius riconduce l’origine della meravigliosa terra di Zagarolo ad un’antica città del Latium Vetus

“Da S. Cesario si scopre, fra bellissimi vigneti, il piccolo villaggio di Zagarolo, antico feudo dei Colonna, ai quali apparteneva tutto il territorio dei dintorni. Questo borgo dovrebbe essere, o almeno lo si crede, l’antico Pedum, che Orazio nomina nella sua quarta epistola, diretta all’amico Albio Tibullo:

Albi, nostrorum sermonum candide judex. Quid nunc te dicam facere in regione Pedana?”

Storia città di Zagarolo

La città di Zagarolo dista da Roma 36 km e si trova su una collina tufacea attorniata da due valloni, da boschi e vigneti e un tempo anche da grandi piantagioni di gelsi. Famosa per prodotti enogastronomici quali il vino, le sarzefine, radici povere ma dal sapore unico e soprattutto il tordo matto, involtino di carne di cavallo con battuto di grasso di prosciutto, aglio, prezzemolo, coriandolo, sale, ed altre spezie locali

Dal periodo pre-romano all’antica Roma

Probabilmente Zagarolo non era l’antica città Latina di Pedum (l’attuale Gallicano nel Lazio) che cita Gregorovius, ma la sua posizione fra l’Agro Tiburtino e Prenestino la fa ritenere comunque come una zona dove già erano presenti insediamenti nel Lazio pre-romanizzato. L’etimo del nome rimane tutt’ora incerto ma in epoca medioevale si credeva derivasse dal Sagum il tipico saio indossato dagli abitanti di Gabi e dintorni e da qui Sagarolum. A Zagarolo gli esuli gabini trovano rifugio dopo la distruzione della loro gloriosa città per mano di Tarquinio il Superbo.

A suffragare questa ipotesi ci sono sia documenti che molte iscrizioni su edifici pubblici che dimostrano come questa comunità sia stata fondata sul richiamo alla stirpe gabina. Inoltre, come abbiamo visto nella sezione dedicata a San Cesareo attorno alla Villa Imperiale di Cesare (fra la Casilina e la Prenestina) c’erano le ville otium dove risiedevano i patrizi in estate, tanto che un’importante lascito di questa gloriosa storia lo possiamo ancora vedere a colle Palazzola dove sono presenti i resti di una villa romana e presso Colle del Pero dove ci sono le rovine di un ludus chiamato Tondo di Zagarolo che addirittura fu studiato e disegnato dall’architetto Andrea Palladio. Di notevole interesse anche l’antica via prenestina presente nella frazione Valle Martella

Nel periodo Medievale

Il paese fu costruito attorno a quello che oggi è Palazzo Rospigliosi, ma che originariamente era un castello fortificato con funzioni militari ed apparteneva ai Conti del Tuscolo. A metà degli anni mille arrivarono i Colonna, i quali fecero di Zagarolo il punto nevralgico della guerra al papato e poi lo portarono alla trasformazione sia architettonica che culturale. Le distruzioni di Zagarolo come per Palestrina furono causate prima da papa Bonifacio VIII, il quale seppur ospitato in magnificenza in occasione del suo primo viaggio da pontefice da Roma ad Anagni, non ebbe nessuna pietà e distrusse il paese. Con la sottomissione dei Colonna al papato la pace durò fino al 1435 per poi di nuovo subire un’altra distruzione per mano del condottiero papalino Cardinale Vitelleschi che paradossalmente si formò al servizio dell’unico papa espresso dalla famiglia Colonna e cioè Papa Martino V, al quale in epoca rinascimentale venne dedicata una porta e il Borgo omonimo nel paese.

Il periodo Rinascimentale

Anche Zagarolo conobbe il suo rinascimento prima con Pompeo e poi soprattutto con il figlio Marzio Colonna che dalla metà del ‘500 fino ai primi del ‘600 cambiarono totalmente l’aspetto di quello che Pio V trasformò in Ducato come riconoscimento per la vittoriosa Battaglia di Lepanto. Nel nome della quale venne eretto un meraviglioso arco trionfo poi arricchito dai Rospigliosi e anche un affresco all’interno del Palazzo. Il castello abbandonò la sua veste di fortezza militare per diventare un luogo principesco dove poterono mostrare le proprie arti personaggi come: i fratelli Zuccari, i pittori Domenichino e Giovanni Battista Viola, il Vanvitelli, il letterato Vittorio Alfieri e addirittura Caravaggio che venne ospitato dopo aver ucciso a Roma un uomo durante una rissa e che qui dipinse La Maddalena e I discepoli di Emmaus. Marzio Colonna spese una fortuna assoldando i migliori artisti in circolazione ed oltre al rinnovamento del Palazzo, demolì le abitazioni fatiscenti costruendo una vera e propria città ideale con un evidente stile vignolesco ben rappresentato da quella che oggi è l’attuale piazza Guglielmo Marconi che racchiude il Palazzo dei Gonfalonieri (municipio), la chiesa di San Lorenzo e il palazzo della giustizia.

Nel 1591 il Palazzo ospitò la il consiglio dei teologi presieduto da Roberto Bellarmino per la revisione della volgata della Bibbia (ancora una targa ricorda questo evento) e molti altri personaggi alloggiarono a Palazzo o in vennero in visita nelle meravigliose Chiese di Zagarolo come la già citata San Lorenzo, S. Pietro, S. Maria delle Grazie e la S.S Annunziata. La dispendiosa amministrazione di Marzio Colonna per una Zagarolo dal sapore grandeur, portò la famiglia a rivendere il Ducato dapprima ai Ludovisi nel 1622 e poi nel 1670 ai Rospigliosi-Pallavicini, entrambe le famiglie fortemente interessate all’antiquariato investirono in scavi archeologici nei territori del possedimento e inserirono i meravigliosi ritrovamenti nella già splendida cornice della città di Zagarolo.

Dal risorgimento alla fase post bellica

Il 9 ottobre 1858, Pio IX, elevò “la insigne e nobile terra di Zagarolo alla dignità e grado di città”, la nobiltà in fase di decadenza e poi la Grande Guerra e dopo i bombardamenti del secondo conflitto mondiale portano Zagarolo ad un forte declino, Il Palazzo come anche molte delle case degli abitanti subirono ingenti danni dai bombardamenti alleati che avevano preso di mira il Palazzo che ospitava una fabbrica di paracaduti e anche un ospedale militare tedesco dopo la liberazione ospitò numerose famiglie sfollate. Oggi la città è più viva che mai e continua ad attrarre sempre più nuovi cittadini, inoltre all’interno del Palazzo oggi sono ospitati la sede dello spazio attivo di Lazio Innova, il Museo demo-antropologico del Giocattolo e il Sistema Bibliotecario Prenestino, il quale ha contribuito alla realizzazione anche del nostro progetto Pagine Animate.

Vittorio Alfieri – Zagarolo
Il Letterato del nostro cartoon “Il Viaggio di Gregorovius”

Eccentrico

Recita in una forma tale da non mettersi quasi in relazione con Gregorovius

Fortemente indivisualista con un meraviglioso accento inglese

Con la tipica parruccha settecentesca

Le fonti che descrivono questo luogo inserite nella Biblioteca Digitale

  • Antonio Nibby “Viaggio Antiquario ne’ contorni di Roma, Vincenzo Poggioli stampatore Camerale, 1819
  • Tomassetti, Scoperte nell’Ager Labicanus. Dissertazione letta alla Pontificia Accademia Romana di Archeologia dal socio ordinario prof. Giuseppe Tomassetti il giorno 24 gennaio 1901 (in Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, Serie II Tomo VIII, 1903)
  • Tomassetti, La Campagna Romana. Antica, Medioevale e Moderna, Vo. III vie Cassia e Clodia, Flaminia e Tiberina Labicana e Prenestina, Arnaldo Forni Editore ristampa dell’edizione di Roma 1910-1926
  • Lanciani, “New Tales of Old Rome”, Macmillan 8 company Ltd, Londra 1901,
  • Thomas Ashby, foto presenti nell’archivio digitale della BSR (British Scholl at Rome), 1899
  • Andrea Carone “Descrittione del territorio di Zagarolo, Colonna, Gallicano, e Passarano: con particolar dichiarazione delle quattro parti nelle quali si divide per comodo della coltivazione d’ogni anno: come dalla pianta più chiaramente si vede, secondo i variati colori de’ suoi confini. E delle cose più notabili contenute in esso. Fatta per Andrea Carone in Zagarolo l’anno 1637 / [Andrea Carone] ; [traduzione e trascrizione di Raffaella Menichino], stampa Zagarolo 1993

Luoghi di interesse da vedere

  • Palazzo Rospigliosi è indubbiamente l’edificio più importante della città attorno al quale è stata costruita, prima come roccaforte militare e poi grazie agli interventi di Pompeo e soprattutto Marzio Colonna trasformato in luogo principesco, dove poterono esprimersi nei suoi locali di rappresentanza ed al piano nobile furono artisti manieristi del ‘500. Molte decorazioni furono effettuate dai fratelli Zuccari, Antonio Tempesta I pittori Domenichino e Giov. Battista Violavi eseguirono vari dipinti per ornare le sue splendide sale. In questo palazzo trovarono ispirazione il Vanvitelli e Day che vi eseguì una serie di litografie. Ospitò Vittorio Alfieri e il Caravaggio. Oggi al suo interno c’è il centro culturale della cittadina con l’Istituzione Palazzo Rospigliosi, il Museo Demo-antropologico del Giocattolo con una ricchissima collezione, la biblioteca comunale G. Goletti, la direzione del Sistema Bibliotecario Prenestino e da qualche anno anche lo spazio attivo di Lazio Innova nell’ala dedicata al grande compositore Goffredo Petrassi nativo di Zagarolo.
  • Porta Rospigliosi porta di ingresso trionfale nell’abitato storico della città, fu fatta costruire dai Colonna come Arco di Trionfo dedicato a Marcantonio e Pompeo Colonna usciti vittoriosi dalla nota Battaglia di Lepanto del 1571, successivamente i Rospigliosi la resero ancora più ricca inserendo molte statue romane rinvenute nelle campagne di scavo condotte nei loro possedimenti soprattutto a San Cesareo. Bella notizia nel 2020 i carabinieri dopo 27 anni sono riusciti a recuperare la prestigiosa testa marmorea dell’imperatore Marco Aurelio del II sec d.C. che era posta sulla sommità dell’Arco.
  • Chiesa di San Lorenzo Martire è dedicata al Patrono cittadino e si trova all’interno della magnifica piazza Guglielmo Marconi (la sua facciata è attribuita a Carlo Maderno importante architetto barocco, nipote di D. Fontana e maestro del Bernini e del Borromini). In essa si conserva un prezioso trittico del SS. Salvatore, dipinto alla fine del ‘500 da Antoniazzo Romano.
  • Chiesa di San Pietro Apostolo, costruita dai principi Rospigliosi nei primi anni del ‘700, su un’altra più antica (probabilmente di età apostolica). Di stile barocco, la sua planimetria è a croce greca con una ariosa cupola a forma ellittica, alta 46 metri. La chiesa è ornata da affreschi di pregevole fattura e i sette altari che la compongono recano sulle rispettive pareti dipinti del Rodesti de Gemignani ed altri attribuiti al Chiari, al Maratta e al Pesci.
  • Chiesa della Santissima Annunziata ubicata all’inizio di Borgo S. Martino troviamo la cinquecentesca chiesa, il cui portale è ornato da due colonne di granito che sorreggono due capitelli romani del periodo della decadenza. L’interno, anticipazione del barocco, è ornato da ricchi stucchi. Vi si conservano, fra numerosi dipinti di altro pregio, un coro ligneo finemente scolpito e un frammento di affresco del XII sec. raffigurante Santa Albina. Da ammirare infine il singolare rapporto tra la facciata vignolesca, il campanile ottagonale e la cupola ornata da un grazioso lanternino a cipolla
  • Santuario della Madonna delle Grazie ubicata nella piazza omonima a ridosso del convento dei Padri Minori Conventuali. In essa una bella immagine di Madonna con bambino, dipinta su tavola da autore ignoto nel 1200 circa, è sempre stata oggetto di particolare venerazione. Dopo S. Francesco che la ricevette in dono dal cardinale Giovanni Colonna, fu onorata dalla visita di personaggi illustri, tra i quali si ricordano Bonaventura, S. Antonio da Padova, S. Roberto Bellarmino, S. Giuseppe Calasanzio, S. Leonardo da Porto Maurizio, i pontefici Bonifacio VIII e Sisto V, il Cardinale Cesare Baronie,S Massimiliano Kolbe e numerosi altri
  • Chiesa del Divin Salvatore
  • Cappella di via Colle dei frati
  • Chiesa di Santa Maria Regina della Valle (Valle Martella)
  • Palazzo dei Gonfalonieri e Palazzo della Giustizia in stile vignolesco fanno da cornice alla meravigliosa Chiesa di San Lorenzo già descritta, Un angolo che merita di essere visto è un portichetto, in Via Fabrini, nei pressi del Comune sotto il quale erano ubicati la pesa, il forno e il macello pubblici. Al centro di queste si nota una grande lastra di marmo sulla quale sono incise le misure ufficiali riconosciute nel piccolo stato. Alla sommità della suddetta lastra di marmo vigila austero il busto di un vecchio barbuto che nel dialetto locale veniva chiamato Lu Gìustu(il giusto). Esso in realtà raffigura il Papa Clemente IX Rospigliosi.
  • Ludus romano in colle del pero detto il “Tondo” affascinante ludus del I sec d.C. già fotografato da Ashby sul finire dell’800, secondo Andrea Carone apparteneva ad una villa romana, per altri invece era una palestra gladiatoria che serviva alla vicina Praeneste (Palestrina), mentre altri ancora la riconducono al latifondo della Villa Imperiale di Cesare di Ad Statuas (San Cesareo)
  • Resti villa romana nei pressi di via Colle Palazzola al confine fra San Cesareo e Zagarolo risalente anch’essa all’importante latifondo imperiale cesariano
  • Fontana con vasca romana in Piazza Santa Maria tale vascone risale al periodo dell’Imperatore Giulio Cesare e fu posto in questo luogo dai Rospigliosi che in occasione degli scavi portati avanti nella tenuta di San Cesareo portarono molti reperti nella sede del Ducato per abbellirlo.
  • Porta San Martino che fu costruita in onore dei vincitori della Battaglia di Lepanto e dell’unica papa appartenete alla famiglia Colonna e cioè Odone Colonna – Martino V da Genazzano
  • Museo del Giocattolo di Zagarolo si trova all’interno di Palazzo Rospigliosi è un museo demo-antropologico con una ricchissima collezione di giocattoli antichi di grandi e piccole dimensioni
  • Lo Spazio Attivo di Zagarolo LOIC (Lazio Open Innovation Centre) si trova all’interno di Palazzo Rospigliosi ed è l’hub dell’innovazione della Regione Lazio che si rivolge ai settori del game, della cultura e del turismo. Un centro d’eccellenza internazionale di circa 2.000 metri quadrati, il cui obiettivo è attrarre competenze e talenti e favorire l’incontro tra il tessuto imprenditoriale e i player nazionali ed internazionali
  • Sistema Bibliotecario Prenestino anch’esso all’interno di Palazzo Rospigliosi, è un luogo della cultura riconosciuto dalla Regione Lazio ed è questo luogo che con il progetto pagine animate abbiamo intenzione di valorizzare. Il Sistema Bibliotecario Prenestinoè un sistema associato di biblioteche gestito dalla Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini. Il Sistema nasce nel marzo del 2003 grazie ad una convenzione firmata dagli allora sindaci dei sei Comuni fondatori: Cave, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Palestrina, San Cesareo e Zagarolo.
  • Biblioteca Comunale La biblioteca comunale “G. Coletti” ha iniziato la sua attività nel 1974. È situata al primo piano di Palazzo Rospigliosi ed occupa una superficie di circa 300 mq divisa in tre ampie sale. Possiede un fondo documentario di 15.000 libri, di cui una cospicua sezione per i ragazzi ed una per il fondo locale